La brand awareness è il grado di riconoscibilità di un marchio. In pratica è la rapidità con cui le persone associano un nome quando pensano a un prodotto o a un servizio. Dalle aziende di fama mondiale fino ai negozi di quartiere, ogni attività commerciale ha bisogno di una buona brand awareness. Oggi dovunque si volge lo sguardo, qualcuno vuole vendere qualcosa. Come farsi notare in mezzo a questo bombardamento di contenuti? Oggi ci occuperemo proprio di questo.

Come si misura la brand awareness

La brand awareness è un prezioso indicatore di successo e un fattore di crescita del business. Per migliorarlo però bisogna prima sapere come misurarlo. Il sistema più iconico è la cosiddetta piramide di Aaker che prende il nome dall’economista americano che l’ha ideata. Si tratta di uno schema in 4 parti:

  • Primo livello: nessuno sa dell’esistenza del marchio e tutti sono potenziali clienti;
  • Secondo livello: in questo stadio si ha una presenza sul mercato ma è molto limitata;
  • Terzo livello: trovarsi qui vuol dire essere “uno tra i primi” in un determinato settore;
  • Quarto livello: essere al “top of mind” vuol dire avere la brand awareness migliore, quindi essere leader sul mercato.

Come capire a che piano della piramide ci si trova? Per saperlo ci sono diversi strumenti e KPI (Key Performance Indicators). Ecco i principali:

  • Google Analytics: intercetta e mostra il traffico diretto verso il sito web;
  • Google Alerts: notifica quante volte viene menzionato il marchio in rete e suoi incrementi;
  • Insight di Facebook: fornisce il numero di utenti di un post registrando condivisioni e gradimento;
  • Ricerche di mercato e sondaggi.

 Differenza tra brand awareness, reputation e identity

Spesso si fa confusione tra brand awareness, brand reputation e brand identity. Chiariamo le differenze e le sfumature.

  • Brand awareness: come detto è la notorietà del marchio e ne considera l’aspetto quantitativo;
  • Brand reputation: è il grado di affidabilità del marchio, quindi considera l’aspetto qualitativo. In pratica un brand è noto ma potrebbe essere conosciuto anche per essere il peggiore;
  • Brnandi identity: è l’insieme delle caratteristiche grafiche e visive che aiutano a riconoscere un marchio (colori, TOV, logo, slogan…).

Brand awareness come aumentarla

Come aumentare la brand awareness? Le strategie sono tante, spesso complementari tra loro. Il segreto è impiegare quelle adatte al contesto e allo scopo. Una campagna pubblicitaria efficace va dai canali tradizionali (cartelloni, volantini, spot radio e TV), fino al web marketing tramite risorse digitali. Ecco alcune dritte utili:

  • Coinvolgere utenti e clienti: concorsi, premi fedeltà, contest fotografici e video sono tutte iniziative ottime per dare al pubblico un senso di partecipazione e di “appartenenza” al marchio;
  • Condividere contenuti di valore: è un metodo semplice ed efficace. Si offre intrattenimento o informazione in cambio di un’azione come registrarsi o riempire un form;
  • Servirsi di influencer: una buona strategia di brand awareness è usare personaggi popolari per far girare il marchio amplificandone la visibilità. Anche le sponsorizzazioni di atleti sono ottime;
  • Sfruttare il potere dei social: live e stories su Instagram, i calendari editoriali su Facebook o TikTok, rappresentano sempre un eccellente investimento in termini di ritorno di immagine;
  • Lavorare con la SEO: essere tra i primi risultati nella SERP di Google è ancora un elemento chiave per rendere il proprio sito raggiungibile e globale. Inoltre, un buon punteggio e posizionamento sui motori di ricerca offre molti vantaggi economici quando si acquistano spazi e banner pubblicitari;
  • Organizzare eventi: si tratta di una formula ancora molto apprezzata quando si gestisce un negozio fisico. Se invece si è presenti solo online, si può aprire un temporary shop per promuovere un prodotto o un servizio specifico e sfruttarlo come vetrina. Queste circostanze sono inoltre perfette per fare leva sul merchandising. Distribuire indumenti e gadget con logo aziendale è un approccio che non passa mai di moda. Gli oggetti diventano infatti simpatici souvenir da acquistare o regalare.

5 consigli “bonus track”

Oltre alle formule di brand awareness indicate, c’è ancora qualche ultimo consiglio da condividere. Si tratta più di approcci che di strumenti veri e propri.

  1. Mettere in risalto la propria unicità: va bene studiare la concorrenza e i casi di successo, però la cosa migliore è concentrarsi su ciò che rende diversi dagli altri;
  2. Essere coerenti con il proprio marchio: ok a utilizzare più canali, però il messaggio deve essere sempre lo stesso. Usando TOV o stili diversi, si rischia di confondere il pubblico;
  3. Esprimere qualcosa di positivo: associare il proprio nome a valori come sportività, rispetto dell’ambiente, divertimento o impegno sociale, contribuisce ad aumentare la brand awareness;
  4. Conoscere il pubblico per farsi conoscere: avere un target chiaro è essenziale per una comunicazione mirata e produttiva;
  5. Per restare in mente, puntare al cuore: la brand awareness è anche il grado di “familiarità” che le persone hanno verso un marchio. Più che una pubblicità martellante, funziona quella che riesce a suscitare emozioni per essere ricordati a differenziarsi.

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